Tempo di Ridolini

Oggi, nel tempo degli orologi atomici, precisi al milionesimo di secondo, non sembra possibile un’ulteriore evoluzione o trasformazione del nostro concetto di tempo. Invece molti studiosi evidenziano, in questo ambito, sicure tendenze che destano serie preoccupazioni. Il sistema economico moderno è basato sul consumusmo: per cui ogni cittadino, che non vuole rimanere ai margini, deve adattarsi ad una rapida rotazione delle mode. I nuovi ritrovati tecnologici ed i nuovi continui cambi di gusto impongono, in tutti i settori, due leggi fondamentali: da un lato il rapido apprendimento ed adattamento al nuovo, dall’altro il fulmineo oblio di quello che è stato. Questo provoca un continuo stato di insoddisfazione: lo dimostrano le tante file che si accalcano davanti ai negozi che propongono l’ultimo innovativo prodotto. In una società dedica al consumo compulsivo non ha senso il vecchio concetto di tempo ciclico e neppure quello lineare che presupponevano un passato ed un futuro. È necessario svincolare il consumatore da questi due concetti arcani e concentrare la sua attenzione sull’istante. Il tempo ideale per il consumo compulsivo è senza ombra di dubbio un tempo che si può definire puntiforme o per fotogrammi. Ciascun fotogramma è compiuto in se e soddisfacente ma ognuno separato dal precedente e dal successivo, per cui non avranno consequenzialità né ciclica ne lineare ma segneranno i momenti della nostra vita. Il nostro concetto di tempo non sarà più segnato dal Sole o dalla Luna o dalle stagioni e quanto meno dalle feste religiose ma da un meccanismo economico che mette in moto questi fotogrammi legati ai nostri acquisti dei nuovi ritrovati della tecnologia. Ricorderemo, agiremo e ci muoveremo a scatti meccanicamente come in una scena da film muto di Ridolini dove però non si percepirà il senso complessivo di una comica drammatica. Gli orologi, evidentemente, perderanno significato o quantomeno saranno pure loro un dettaglio funzionale allo stesso meccanismo. Queste osservazioni ci fanno riflettere! Ci vuole qualcuno che ci faccia prendere coscienza e che ci induca a ritornare sui nostri passi, oppure l’umanità avrà definitivamente preso un’altra direzione.