Una sfera armillare è un
modello della sfera celeste. È costituita da uno stilo, direzionato come l’asse
terrestre, e da anelli, detti armille, ciascuno dei quali rappresenta uno dei
circoli della sfera celeste: il meridiano, l'orizzonte, l'equatore, l'eclittica
e lo zodiaco. Le prime furono inventate dai Greci. Le più semplici, come quella
ora realizzata a Scoglitti, erano chiamate orologi equatoriali e restarono in
uso nelle ferrovie italiane sino ai primi
decenni de XX secolo.
La sfericità della Terra era
già tra le convinzioni dei matematici greci ed i
primi planetari furono inventati contemporaneamente a Siracusa da
Archimede ed ad Alessandria da Eratostene.
I due scienziati
collaboravano per via epistolare anche in altri settori.
E' nota una lettera di 174
pagine inviata da Archimede ad Eratostene nella quale fa vedere come è
possibile calcolare l'area di un segmento parabolico utilizzando i segmenti
pesanti, paragonabili agli attuali trapezoidi infinitesimi che stanno alla base
del moderno calcolo infinitesimale.
Eratostene misurò con buona
approssimazione la circonferenza della Terra, già 200 anni prima di Cristo, con
un errore di meno del 2 %, mentre i calcoli di cui disponeva Cristoforo
Colombo, 1700 anni dopo, sbagliavano
per più del 20%.
Una delle realizzazioni di Archimede più
ammirate nell'antichità fu appunto il planetario. Le migliori informazioni su
questa apparecchiatura sono fornite da Cicerone, il quale scrisse che nell'anno
212 a.C., quando Siracusa fu saccheggiata dalle truppe romane, il console Marco
Claudio Marcello portò a Roma un apparecchio costruito da Archimede che
riproduceva su una sfera la volta del cielo e un altro che prediceva il moto
apparente del Sole, della Luna e dei pianeti, equivalente quindi a una moderna
sfera armillare.
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