I primi cronometri nacquero con una finalità ben precisa:
aiutare i naviganti durante le lunghe traversate per determinare la
longitudine.
Questo allora voleva dire avventura, mentre, nel Novecento,
la “lotta contro il tempo” si è focalizzata sulle imprese sportive: quelle dei
bolidi da corsa, dell’atletica e degli altri sport che hanno il Tempo come
giudice inappellabile.
La misurazione di minuti-secondi-millesimi nello sport è
una “sfida nella sfida”, a cavallo di tradizione e innovazione.
Il massimo dell’evoluzione in questo campo è stato senza
dubbio l’Olimpiade del ‘48, quando fu introdotto l’uso delle cellule
fotoelettriche: il fascio luminoso sparato alla velocità della luce consentiva
di misurare con esattezza anche i millesimi di secondo: cosa mai accaduta
prima. In un sol colpo, il vecchio “nastro di partenza” finiva malinconicamente
nel baule dei ricordi.
Accanto all'uso delle fotocellule, l’altra
innovazione-simbolo delle Olimpiadi è la “pistola laser”.
Come tutte le sfide, anche quella della cronometria
sportiva ha scatenato una gara di precisione tra le marche per ottenere l’ambito
certificato di cronometria.
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