La scoperta del meccanismo universale
che regola l’orologio biologico equivale a una vera e propria rivoluzione, che
nel prossimo futuro potrebbe permettere di comprendere l’origine di numerose
malattie, come quelle neurologiche e del metabolismo fino ai tumori.
E’ un meccanismo condiviso da tutti i
viventi, dalle piante all’uomo, e le cui origine probabilmente si perdono molto
indietro nel tempo. E’ stato così ben conservato nel corso dell’evoluzione per
la sua importanza strategica: come una sorta di metronomo inflessibile
scandisce l’alternarsi di funzioni vitali. Grazie ad esso, per esempio, a
intervalli di 24 ore tutte le cellule si dividono, però ognuna sempre alla
stessa ora.
E’ anche un meccanismo versatile. Per
esempio, sappiamo che “va adattato e che, quando facciamo un viaggio al di là
dell’oceano il nostro orologio si sfasa, ma si rimette a posto perché i nostri
occhi vedono l’alternarsi di giorno e notte”, ha osservato il genetista Edoardo
Boncinelli.
Se finora sono stati scoperti i geni che
regolano l’orologio biologico, secondo il direttore della linea di ricerca su
Genetica ed epigenetica del comportamento dell’Istituto Italiano di Tecnologia
(Iit), Valter Tucci, “la prossima frontiera è spiegare esattamente i meccanismi
epigenetici, ossia i meccanismi molecolari che non riguardano la sequenza del
Dna , ma che ne modificano il prodotto”. (continua)
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