Al fisico e accademico italiano: Giorgio Parisi,
è stato assegnato l’anno scorso il premio
Nobel per la fisica per i suoi studi sui sistemi complessi. E’ meglio dire: «Per
la scoperta dell'interazione fra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici
dalla scala atomica a quella planetaria.»
Cos’è un sistema
complesso? In linea di principio, tutti i sistemi complessi sono costituiti da
diverse “parti” che interagiscono tra loro.
I fisici cercano di
studiarli e comprenderli da almeno due secoli, scontrandosi contro la loro complessità
matematica dovuta al fatto che possono avere un numero enorme di componenti e
che il loro comportamento è spesso legato a fenomeni casuali.
Pensiamo, per esempio, a una cascata
tumultuosa di acqua: si tratta di un sistema costituito da miliardi e miliardi
di molecole di liquido che interagiscono tra loro in un modo che è pressoché
impossibile da predire.
Come se non fosse abbastanza, i sistemi
complessi possono anche essere caotici: tradotto, vuol dire che piccole
variazioni nelle loro condizioni iniziali si evolvono in grandi differenze in
stadi successivi. Ne è un esempio perfetto il clima: “Può il batter d'ali di
una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”, chiedeva
provocatoriamente in proposito il matematico statunitense Edward Lorenz nel
1972.
Abbiamo tutti osservato in cielo il volo di stormi di
uccelli. In maniera apparentemente guidata, disegnano spesso delle bellissime
coreografie, e si fa fatica ad immaginare che non esista un coordinamento, un
leader, una “intelligenza superiore” che coordini queste evoluzioni.
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